Le molteplici attività umane portano da sempre la produzione di scarichi, chiamati acque reflue, per poter essere restituiti all’ambiente devono essere oggetto di depurazione, poiché la quantità di sostante inquinanti è superiore alla capacità auto-depurativa dei terreni, mari, fiumi e laghi. Si rende quindi necessario l’utilizzo di sistemi di depurazione delle acque reflue che simulino i processi biologici che avvengono in modo naturale, rendendoli più rapidi per effetto della tecnologia impiegata.
I trattamenti secondari, sono finalizzati all’abbattimento della sostanza organica biodegradabile e alla rimozione dei solidi in forma colloidale, non sedimentabili e, quindi, non separabili con trattamenti di tipo fisico. Di seguito alcuni dei trattamenti più diffusi in Italia:
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- Filtri Percolatori Anaerobici
- Filtri Percolatori Aerobici
- Impianti a Fanghi Attivi
- Fitodepurazione
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- Filtri percolatori Aerobici ad Uscita Alta con soffiante
- Trattamento secondario spinto con ricircolo fanghi (dep rf)
Di seguito uno schema tipo di impianto che prevede il trattamento sia delle acque grigie che delle nere.


Filtri Percolatori Anaerobici
Il filtro percolatore anaerobico è un sistema secondario a reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa. La distribuzione uniforme del liquame attraverso il filtro garantisce il massimo contatto tra il materiale organico da degradare e le pellicole biologiche che ricoprono le sfere di riempimento. I corpi che costituiscono il volume filtrante sono realizzati in polipropilene, garantiscono un’elevata superficie disponibile all’attecchimento dei microrganismi batterici e riducono i rischi di intasamento del letto.
I filtri percolatori anaerobici sono impiegati come trattamento secondario delle acque reflue domestiche o assimilabili. Devono essere preceduti da una fase di degrassatura e da una fase di sedimentazione primaria (vasca Imhoff o settica), in questo modo si può scaricare il refluo trattato in dispersione sotterranea o su corso idrico superficiale.

Filtri Percolatori Aerobici
filtro percolatore aerobico è un reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa. La distribuzione uniforme del liquame attraverso il filtro garantisce il massimo contatto tra il materiale organico da degradare e le pellicole biologiche che ricoprono le sfere di riempimento. I corpi che costituiscono il volume filtrante sono realizzati in polipropilene, garantiscono un’elevata superficie disponibile all’attecchimento dei microrganismi batterici e riducono i rischi di intasamento del letto.
I filtri percolatori aerobici sono impiegati come trattamento secondario delle acque reflue domestiche o assimilabili. Devono essere preceduti da una fase di degrassatura e una di sedimentazione primaria (vasca Imhoff o settica), in questo modo si può scaricare il refluo trattato in dispersione sotterranea o su corso idrico superficiale (in questo caso si raccomanda l’installazione di una vasca biologica finale per chiarificare l’effluente depurato). Si consiglia, inoltre, di prevedere una stazione di rilancio a valle del filtro per recapitare l’effluente trattato al corpo recettore o alla fossa biologica, l’uscita in basso infatti non consente uno scarico a caduta se non in presenza di naturale dislivello.

Impianti a fanghi attivi
li impianti a fanghi attivi sono sistemi secondari che sfruttano l’azione di colonie batteriche che rimanendo in sospensione nel liquame consumano il materiale organico biodegradabile utilizzandolo come nutrimento per ottenere l’energia ed il materiale necessari per la sintesi di nuove cellule. In questo modo si formano composti via via più stabili fino alla completa degradazione del carico organico. All’interno si sviluppano elevatissime concentrazioni di batteri aerobici, in grado di assorbire l’ossigeno disciolto nell’acqua per consumare il materiale biodegradabile. Per garantire la concentrazione di ossigeno necessaria per lo sviluppo delle reazioni biologiche viene usato un sistema di aerazione con diffusori sommersi che dal fondo della vasca disperdono un flusso d’aria a bolle fini, assicurando anche un’adeguata miscelazione che mantiene in sospensione le alte concentrazioni di solidi presenti in vasca. L’impianto è fornito anche di un comparto di disinfezione presente lungo il tubo di uscita, nell’apposito alloggio si può inserire una pastiglia di cloro per produrre un effetto disinfettante (ove richiesto da regolamenti locali).
Gli impianti a fanghi attivi sono impiegati come trattamento secondario delle acque reflue domestiche o assimilabili. Devono essere preceduti da una fase di degrassatura e da una fase di sedimentazione primaria (vasca Imhoff o settica), in questo modo si può scaricare il refluo trattato in dispersione sotterranea o su corso idrico superficiale.

Impianti di Fitodepurazione
La Fitodepurazione è un sistema di trattamento delle acque reflue, che riproduce artificialmente i naturali processi autodepurativi presenti negli ambienti umidi. L’attività depurativa è determinata da complesse interazioni tra processi di tipo chimico, fisico e biologico derivanti da un’azione combinata tra substrato, piante, refluo e microrganismi presenti. La fitodepurazione è un sistema naturale di depurazione delle acque di scarico costituito da un bacino impermeabilizzato riempito con materiale ghiaioso, miscela di terriccio, torba e vegetato da piante palustri. Sono impiegati come trattamento secondario, cioè come un vero e proprio processo depurativo, a valle del trattamento primario o come in alcuni casi come trattamenti terziari a valle di impianti di depurazione tradizionali il cui effluente non raggiunge i limiti imposti dalla normativa.
Gli impianti di Fitodepurazione in questo caso a flusso sommerso orizzontale, consentono lo scorrimento dei reflui in senso orizzontale e in condizione di saturazione continua, devono essere preceduti dai pretrattamenti (grigliatura, fossa Imhoff, disoleatori, etc.) al fine di rimuovere le sostanze particolate e le parti più grossolane presenti nei liquami in ingresso evitando intasamenti dei letti filtranti. Questo pretrattamento migliora l’efficienza depurativa dell’impianto di fitodepurazione e ne allunga la vita media.
Esempio di installazione


Filtri Percolatori Aerobici ad Uscita Alta con soffiante
Il filtro percolatore è un reattore biologico all’interno del quale i microrganismi, che svolgono la depurazione del refluo, si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento disposti alla rinfusa. La distribuzione uniforme del liquame attraverso il filtro garantisce il massimo contatto tra il materiale organico da degradare e le pellicole biologiche che ricoprono le sfere di riempimento. Nello specifico la flora batterica che cresce e si sviluppa all’interno del filtro percolatore aerobico ad uscita alta consuma il carico organico contenuto nel refluo in presenza di ossigeno, continuamente immesso nella vasca attraverso il compressore esterno e distribuito dai piatti diffusori.
I filtri percolatori aerobici ad uscita alta con soffiante sono impiegati come trattamento secondario delle acque reflue domestiche o assimilabili. Devono essere preceduti da una fase di degrassatura e da una fase di sedimentazione primaria (vasca Imhoff o settica), in questo modo si può scaricare il refluo trattato

Trattamento secondario spinto con ricircolo fanghi (Dep RF)
I trattamenti secondari formati da un percolatore anaerobico e da un impianto a fanghi attivi, permettono di ottenere un abbattimento vicino al 100% per quello che riguarda il carico organico e i solidi sospesi e una riduzione molto spinta del carico di azoto e di fosforo contenuti nelle acque reflue civili.
Il filtro percolatore è un reattore biologico nel quale i microrganismi, in condizioni anaerobiche, usano la sostanza biodegradabile contenuta nel refluo. Questi si sviluppano sulla superficie di appositi corpi di riempimento in polipropilene disposti alla rinfusa, pensati proprio per rendere massima la superficie di contatto tra i microrganismi e il refluo. L’impianto a fanghi attivi è un sistema nel quale la flora batterica si sviluppa in colonie che rimangono in sospensione nel refluo e consumano il materiale biodegradabile rimanente. Il processo è totalmente aerobico e l’ossigeno necessario allo sviluppo dei batteri è fornito da un sistema di aerazione mediante diffusori sommersi che dal fondo della vasca disperdono un flusso d’aria a bolle fini. Questo garantisce anche una continua miscelazione del refluo. Grazie al sistema di ricircolo, parte dei fanghi presenti nella vasca vengono, mediante un sistema air lift, ricircolati all’interno del percolatore. Sul tubo di uscita è presente anche un alloggio dove posizionare una pastiglia di cloro che permette di disinfettare il refluo in uscita dall’impianto di depurazione (ove richiesto da regolamenti locali).
I trattamenti spinti sono impiegati come trattamento secondario delle acque reflue domestiche o assimilabili. Devono essere preceduti da una fase di degrassatura e da una fase di sedimentazione primaria (vasca Imhoff o settica), in questo modo si può scaricare il refluo trattato sul suolo, in aree ad elevata tutela (es. Laguna di Venezia) o riutilizzarlo per scopi irrigui (aree verdi, lavaggio superfici impermeabili, ecc…)